Salvamare, cosa prevede la legge che vuole liberare il Mediterraneo dalla plastica
La legge consente ai pescatori e alle diverse associazioni di settore di raccogliere e portare a riva i rifiuti in mare, laghi, fiumi e lagune e di conferirli in appositi spazi predisposti nei porti italiani. Un punto di svolta se si considera che fino ad oggi chi portava rifiuti a riva rischiava di essere sanzionato o di pagare una tassa commisurata al quantitativo, come se li avesse prodotti a bordo. I pescatori dunque finivano per ributtare in acqua la plastica pescata accidentalmente.
Non ci è nuovo che il Mediterraneo sia particolarmente esposto al problema della plastica. Secondo un report WWF, ogni anno finiscono nel Mediterraneo 229 mila tonnellate di plastiche, l’equivalente del contenuto di 500 container. Tra i fattori scatenanti di questo enorme e complesso problema ci sono le attività costiere, una gestione inefficace dei rifiuti e le attività in mare, come pesca, agricoltura e navigazione, che disperdono nasse, reti e cassette per il trasporto del pesce.
Ma sono proprio i pescatori che, negli anni scorsi, nonostante le carenze normative, sono stati al centro di diverse iniziative di raccolta e riciclo della plastica che, grazie a protocolli d’intesa locali, hanno coinvolto anche associazioni e cittadini, come Fishing for litter della Regione Lazio e Corepla, dove nel 2021 i pescherecci laziali hanno recuperato 25mila chili di plastica in mare. Simili iniziative sono state realizzate in Abruzzo, Toscana, Marche, e molte altre località.
Salvamare stabilisce, inoltre, che i rifiuti accidentalmente pescati siano equiparati ai rifiuti delle navi ai sensi della direttiva europea: potranno quindi essere conferiti separatamente, e in modo gratuito, all’impianto portuale di raccolta. I costi di gestione di questi rifiuti sono coperti con una specifica componente che sarà inserita nella bolletta della Tassa sui rifiuti (Tari) e sarà compito dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) disciplinare le modalità di applicazione di questa nuova componente, rendendola trasparente in bolletta.
Tratto da: economiacircolare.com