Pseudorasbora – Scoiattolo grigio
Entro il 31 agosto 2019 era obbligatorio denunciare da parte di privati il possesso di animali esotici inseriti nella lista ufficiale delle specie esotiche invasive di interesse Unionale di cui vige l’obbligo di denunciarne la detenzione.
In base al Reg. UE 1143/2014 – Reg. di esecuzione (UE) 2016/1141 – Reg. di esecuzione (UE) 2017/1263 (aggiornato al 26/04/2019) iniziamo a trattare gli animali inclusi, per renderli più facilmente identificabili.
Pseudorasbora
La pseudorasbora parva, conosciuto comunemente come cebacek o pseudorasbora, è un piccolo pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia Cyprinidae. Il suo areale nativo è limitato al continente asiatico e comprende il Giappone, la Cina orientale, la penisola coreana, l’isola di Taiwan e il bacino dell’Amur. A partire dal XIX secolo, tale specie è stata introdotta a fini di pesca in Europa, con la creazione di un esteso areale invasivo che comprende l’intero continente in Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia, Francia, Austria, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Bulgaria, Grecia, Turchia e nell’area Balcanica occidentale, Polonia, Italia, Inghilterra e Danimarca. La specie è stata introdotta anche in Africa settentrionale, in Algeria, e in Oceania, a nelle isole Fiji. Qui ha trovato condizioni ambientali favorevoli alla sua sopravvivenza e diffusione, tanto da diventare una specie invasiva, causando numerosi effetti negativi sulla biodiversità acquatica nativa tanto da essere inclusa tra le 100 peggiori specie invasive in Europa. Nello specifico, in Italia le sue popolazioni invasive portano al declino e la scomparsa di specie autoctone quali l’alborella, il triotto e la rovella tramite esclusione competitiva. Presenta un corpo allungato, tipico dei ciprinidi, con dorso convesso. La livrea prevede dorso brunastro con una linea orizzontale scura sui fianchi argentei. Il ventre è bianco-argenteo. Le scaglie sono orlate di scuro. Le pinne sono rossastre. Raggiunge una lunghezza massima di 11 cm. Il suo nome deriva dalla continua condizione di indurimento del corpo, specie nel periodo degli accoppiamenti, con una prole che vá dalle 35 alle massimo 93 uova, facilmente violentate dai rospi o rane locali.
Lo scoiattolo grigio
È stato inserito nell’elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo stilato dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. In Italia sussistono attualmente tre popolazioni isolate: una in Piemonte (Candiolo, nel torinese), introdotta nel 1948 ed in forte espansione nonostante i progetti di eradicazione, una in Liguria (Genova Nervi, introdotta nel 1966) e l’ultima, di nuovo in Piemonte, al confine con la Lombardia (Trecate, in provincia di Novara, introdotta nel 1994). La specie si trova in diversi parchi del nord milanese (parco di Monza e del Ticino). La specie è diffusa a Torino nel Parco del Valentino sulle rive del Po, causando la quasi totale scomparsa del comune scoiattolo autoctono. Misura circa 25 cm di lunghezza, cui se ne sommano altrettanti di coda, per un peso totale medio di circa mezzo chilogrammo. La pelliccia è color grigio chiaro sulla zona dorsale, con sfumature bruno-rossicce (più o meno accentuate a seconda della sottospecie) su spina dorsale, zampe, inguine, muso, orecchie e zona perioculare: quest’ultima può essere anche di colore bianco, così come il ventre e la gola, oltre che la punta dei singoli peli della coda, che ha la punta bianca ed è larga e presenta pelame diviso centralmente da una scriminatura. Passano il tempo a cercare cibo (prevalentemente semi e frutta secca, ma anche piccoli animali, nidiacei di uccelli e loro uova, insetti, piccoli mammiferi inclusi altri scoiattoli, rettili, anfibi, ecc.) che nascondono in cavità dei tronchi d’albero o in buche nel terreno che poi ricoprono. Ciascun animale possiede alcune centinaia di rifugi per il cibo, per localizzare i quali si serve di segnali olfattivi che lascia in prossimità di essi, ma non nelle immediate vicinanze poiché ciò renderebbe la dispensa facile da individuare anche per altri animali.
Fonte: Wikipedia
In fine ricordiamo che la denuncia di possesso è obbligatoria ai sensi del decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 230, che adegua la normativa nazionale al regolamento (UE) n. 1143/2014 sulle specie esotiche invasive; queste, infatti, con l’entrata in vigore del decreto, non possono essere detenute, allevate, commercializzate, cedute, scambiate, o poste in condizione di riprodursi e nemmeno rilasciate in ambiente. I possessori di animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive, non utilizzati a scopo commerciale, possono continuare a custodirli fino a fine vita a condizione di denunciarne il possesso al Ministero dell’Ambiente entro i termini stabiliti dal decreto e di adottare opportune misure per impedire la fuga degli animali e per impedirne la riproduzione. Per la denuncia basta compilare, con l’eventuale aiuto del proprio veterinario, il modulo (937.13 KB) e inviarlo al Ministero dell’Ambiente. L’attestazione dell’invio, tramite PEC, fax o raccomandata, autorizza automaticamente il proprietario a continuare a detenere il proprio animale da compagnia. La ricevuta della PEC, fax o raccomandata attesta l’avvenuta denuncia.