A Unife la mostra “Plastic-ocene”: quattro installazioni creative contro l’inquinamento del mare
Una mostra con installazioni creative contro l’inquinamento del mare. Plastic-ocene, è un’esposizione itinerante sull’impatto della plastica nell’ecosistema marino, che porta a riflettere su quella che viene chiamata antropizzazione del mare: ovvero tutti gli interventi dell’uomo che portano alla trasformazione dell’ambiente naturale marino.
La mostra, ideata dall’artista Elisabetta Milan, è stata realizzata con il contributo scientifico dell’Area Marina Protetta di Miramare – Wwf in collaborazione con MareVivo -delegazione Fvg, e attraverso l’unione di arte e scienza lancia un chiaro messaggio per la tutela del mare.
L’esposizione, ospitata dal 28 marzo all’8 maggio a Palazzo Turchi Di Bagno, è stata integrata dalle ricerche condotte dall’Università di Ferrara ed è promossa dal Sistema Museale di Ateneo (Sma) nell’ambito delle attività di disseminazione previste dal progetto Interreg Italia-Croazia Ecomap ‘Ecosustainable management of marine and tourist ports’.
Obiettivo della mostra è portare più visitatrici e visitatori possibili, soprattutto giovani, alla presa di consapevolezza di come la “plastica pervada ogni aspetto della nostra vita quotidiana, perché è un materiale versatile ed economico – commenta Elisabetta Milan – L’inquinamento causato dalla plastica, la sua dispersione nell’ambiente e il suo smaltimento sono tra i principali fattori di malfunzionamento che interessano l’habitat della fauna e della flora marina e che rischiano di soffocare il mare, di togliere il respiro a chi ce lo dà”.
Quattro le installazioni esposte che descrivono come gli interventi dell’uomo per i propri scopi sull’ambiente marino modifichino e alterino il nostro mare.
Simbolo della mostra, emblema del mare gelatinoso a causa dell’innalzarsi della temperatura, la Medusa, che nelle installazioni assume forme aliene, è realizzata con materiale plastico di recupero e simboleggia la quantità di plastica che ogni famiglia produce in base al suo consumo e ai suoi componenti.
La canoa: l’apertura di un varco verso l’ecosostenibilità, opera lignea friulana in essenza di pioppo del XVIII interamente scavata a fuoco che si appoggia su un mare di plastica fatto da bottiglioni d’acqua da 18 litri. L’installazione simboleggia l’invasione macro plastica di fiumi, laghi e mari ad opera dei paesi in via di sviluppo.
Nautilus: la rinascita consapevole, il fossile vivente apparso sulla terra 500 milioni di anni fa, è il protagonista dell’installazione. In quest’opera tracce transitorie impresse in una colata di creta simboleggiano la fugacità degli strumenti monouso di plastica nella nostra vita quotidiana.
Infine Plasticocene, un intreccio di fili e matasse di polipropilene azzurro appoggiate su una base di svariate cassette di polistirolo da pescivendolo e cassette di frutta che rendono l’effetto di un’onda. Al centro dell’opera è posta un’urna cineraria in vetro trasparente dove sorge all’interno una carta di credito pari a 5 gr di plastica che ognuno di noi ingerisce mediamente in una settimana. L’opera narra la relazione tra uomo e mare, rispettivamente microcosmo e macrocosmo.
“Il messaggio è rivolto ai futuri cittadini e cittadine del mondo, a bambine e bambini, ai giovani, è un messaggio di speranza. Siamo ancora in tempo per invertire la rotta e la tendenza e far sì che nel 2050 non ci sia più plastica che pesci nei nostri mari”, quelle di Elisabetta Milan sono parole di fiducia verso il futuro rivolte a chi ha la possibilità di cambiare il presente.
Aggiunge Ursula Thun Hohenstein, presidente del Sistema Museale di Ateneo: “Questa esposizione itinerante consente di diffondere al grande pubblico la cultura dell’economia circolare al fine della gestione sostenibile delle risorse naturali ed antropiche, quanto mai importante per la società di oggi e la salvaguardia del nostro ambiente. Inoltre, grazie alla partecipazione di numerose/i colleghe/i dell’Ateneo, sarà possibile conoscere le ricerche e i progetti europei dedicati (ad esempio Ecomap, Net4Mplastic) che l’Università conduce in questo ambito. Saranno resi disponibili video e un percorso divulgativo focalizzato sull’impatto che l’abbandono delle plastiche nell’ambiente producono sulla catena trofica e sulla salute umana (plastosfera)”.
La mostra, a ingresso libero, è visitabile dal 28 marzo all’8 maggio dalle ore 10 alle ore 18, con chiusura nei giorni di sabato e domenica 17 aprile.
Da: Estense.com