24/02/2017

Smaltimento del pesce sequestrato: «Aiutare i Comuni»

By Agriambiente - Ferrara

ANITA. Il contrasto al bracconaggio ittico è messo in discussione dal fatto che la deterrenza (e lo smaltimento dei pesci morti) hanno un costo: se i pescatori di frodo dell’Est europeo si dichiarano nullatenenti e gli enti preposti non hanno disponibilità di fondi, i bracconieri possono farla franca. In qualsiasi momento. Il grido d’allarme è arrivato anche nei locali di viale Aldo Moro, sede della Regione. Perché «la necessaria azione di contrasto dei bracconieri, che stanno depredando le risorse ittiche del territorio emiliano-romagnolo, potrebbe esser messa in vera crisi».
A dirlo è il consigliere regionale della Lega Nord, Marco Pettazzoni, che ha allo studio misure per difendere gli enti locali, dai costi esorbitanti dello smaltimento dei pesci morti, frutto delle razzie compiute dai bracconieri. «Recenti episodi di cui abbiamo avuto notizia, come quello registratosi poco più di un mese fa, nel territorio tra Anita e Comacchio, ci fanno capire che esiste un problema serio», dice Pettazzoni. Nella fattispecie, chi contrasta i bracconieri ha fermato due furgoni nuovi fiammanti (del valore di 40mila euro) stipati di pesce. Il servizio veterinario ha documentato che il pesce non era nelle condizioni igienico-sanitarie per essere trasportato, ma nessuno tra di loro aveva denaro, carte di credito o documenti. «Si dichiarano spesso nullatenenti – osserva Pettazzoni – e, per questo motivo, i costi finiscono con il gravare su chi è preposto ad ottemperare». Nel caso specifico, la Polizia Provinciale.
«Alla fine, per un costo relativamente contenuto (400 euro) non si è potuto agire efficacemente tra Anita e Comacchio – evidenzia Pettazzoni – e non si è potuto smaltire il pescato, per una ragione di costi. Il rischio – continua – è che si stia spargendo la voce tra i pescatori di frodo, che si faranno trovare sempre senza soldi e documenti, facendo ricadere i costi su altri enti. Queste inefficienze, di fatto, rendono vani tutti gli sforzi per contrastare i pescatori abusivi dell’Est».
Una via d’uscita, però, potrebbe esserci. La Lega sta lavorando ad un dispositivo simile a quello che, nei mesi scorsi, ha chiesto alla Regione lo stanziamento di un apposito fondo, per lo smaltimento delle carcasse degli animali selvatici. «Considerando che il pescato dei bracconieri ittici consiste spesso in diversi quintali, non possiamo permettere né che chi agisce localmente si trovi addebitati gli interi costi di smaltimento, né che i bracconieri possano farla franca».

La Nuova Ferrara